luglio è scomparsoGiorgio Ceredi. Personalità politica di rilevanza. Per Cesena, per la nostraRegione, per la politica in generale. Partigiano. Dirigente del Pci esindacale. Anni di impegno attivo e di primo piano nelle istituzioni, comunale,provinciale e regionale. Assessore all’Agricoltura in Emilia-Romagna. Per piùlegislature. Per le capacità, l’innovazione, l’azione che lo hannocontraddistinto in quell’ambito ne ho sempre parlato così: “Ci sono due personenella politica italiana che capiscono davvero di agricoltura e ne sanno faregoverno: Giorgio Ceredi e Marcora”. Giorgio, fra i più considerati, stimati,grandi dirigenti del Pci. Ripeto: non solo nella nostra regione. Sottolineoquesto aspetto, perché oggi temo che a molti sfugga cosa significhi esserestato un grande dirigente di un grande partito, di quel partito, il Pci diquegli anni, fino al cambio della Bolognina. Non c’è peggior modo di intenderetutta quella valenza di forza, di personalità, di peso e di influenza, di undirigente di quella statura e stazza, se non quello di farne paragone conattuali dirigenti politici dell’attuale scenario politico generale. Tuttaun’altra roba, completamente un’altra roba. Un uomo di rango. Un comunista.Anni importanti del mio impegno politico mi hanno consentito, di incontrare,incrociare da vicino, da molto vicino, Giorgio Ceredi.
Non solo nel mero seppurassiduo rapporto politico che pure ci fu e significò una non breve stagionepolitica. Rilevante ed importante per Cesena, soprattutto, per progettualità ecoraggio politici. Per le innovazioni nelle alleanze politiche e nelle scelteinnovative che da lì presero forma e furono avviate e realizzate. Un processodifficile, soprattutto per me personalmente, ed anche per la mia partepolitica, che approdò all’alleanza politica ed amministrativa a tre (Pri, Pci,Psi) e ad un Sindaco repubblicano nel Comune di Cesena nell’86. Una possibilità impensabile senza GiorgioCeredi in particolare (non dimentico con lui, insieme, Gigi, Leopoldo Lucchi).Un riferimento fermo, preciso, di una lealtà straordinaria, coerente, deciso,determinato. Un rapporto reciproco fondato su una fiducia e lealtà senza ombreche avevamo costruito per senso politico e visione politica di certa rilevanteconvergenza non senza l’essenzialità di un rapporto umano, amichevole, francoe, appunto, di grande lealtà. Ancora adesso che ne scrivo sono trascinato dauna forte affettiva commozione per l’amico Giorgio. Un affetto ed una stima eanche riconoscenza che mi sono sempre stati presenti. Anche nei lunghi anni neiquali ci siamo persi di vista e se non in pochissime circostanze ci siamorincontrati e salutati. Non è il momentodella sua dipartita che mi aizza il ricordo e la memoria di un tempo.L’occasione di un ricordo fugace, episodico. Preme a me, per me stesso, sottolinearela costanza di un sentimento che ho continuato ad avere. Una memoria storica.Un ingrediente sempre più in disuso, purtroppo, e se ne vedono non pochieffetti. Spero non me ne vorrà alcuno. Ma è del senso di una memoria vera, nondi circostanza contingente, che voglio dire. In questi anni mi sono attenuto aquanto avevo detto perché mai si potesse interpretare in modo distortol’iniziativa che mi sentii di perorare e di cui ringrazio in primo luogo ilSindaco che l’accolse e la condivise portandola a compimento. Gli scrissi nelnov del 2009 sollecitandolo affinché a Giorgio fosse dato il riconoscimentomeritato “del premio (“Malatesta Novello Città di Cesena”). Non mi sinceravo del perché ci fosse una talemancanza. Non che non avessi notato che talvolta quel premio era più ad uso econsumo contingente per acquisizione di benevolenze (un certo saporeelettoralistico) da persone e da aree culturali e politiche secondo i treprincipali filoni: sinistra, cattolici, laici. E il quarto: imprenditoria.
Giorgio Ceredi. È statoed è un personaggio nella vita della nostra città e non solo. Una passionecivile e politica di grande spessore e valenza. Per attribuirgli ciò che gli furiconosciuto non c’era bisogno d’altro. Lui e ciò che è stato. Che era e che ènella memoria storica di noi e di questa realtà.
Ne serbo un ricordoindelebile e personalissimo. Quando approntammo la nuova alleanzaamministrativa. Dopo le elezioni dovette passare un anno perché un nostrocongresso del Pri desse il via libera finalmente risolvendo una lacerazione espaccatura che mi trovai a dover affrontare con non tanta compagnia e moltissiavversari interni invece. Fu possibile quel processo di realizzazioneinnovativa di una nuova alleanza e di una nuova amministrazione perché fu condottacon serietà e da persone fra le quali Giorgio Ceredi. Anche lui dovendo subirecontraccolpi interni al suo partito; non fossaltro perché qualcuno dei suoidoveva smontare per far posto a un nuovo Sindaco repubblicano. IncontraiGiorgio e Gigi in un ufficio in Via Chiaromonti. Nel Pri bagarre aperta: volevafare il sindaco anche chi era stato furibondamente e non senza scorrettezzecontro la nova alleanza amministrativa.Giorgio e Gigi volevano fidarsi che non avevamo messo in piedi qualcosa chevicende interne aspre avrebbero potuto vanificare a breve. Motivodell’incontro: dovevo essere io il sindaco, solo così si sarebbero fidati. Direche non ne rimasi gratificato sarebbe mentire. Ma li dovetti quasi aggredirecon cipiglio per mettere subito in chiaro le condizioni di fattibilità diquell’operazione, senza tergiversare e prolungare tempi. “ Ma ci pensate comemi sentirei e come mi troverei a dover affrontare un simile impegno se soloqualcuno pensasse che tutto quello che è successo, le divisioni le lacerazioninel mio partito fossero state in funzione di un interesse e di un aspettativapersonale?” Non me lo sarei mai potuto permettere né me lo sarei mai sentitonelle corde più care del mio intendere la politica. Problema chiuso. Ma non sifidavano della soluzione che sarebbe maturata. Non catalizzava una particolarestima. Ma il Punto dissi è che quasi convengo con certe vostre considerazioni,ma adesso c’è un progetto politica che vale la pena portare a compimento. Ilresto lo vediamo strada facendo e per quanto ci riguarda vi do le garanzie diparte mia a questo riguardo. Nel merito della scelta voglio sperare bene anchele loro perplessità ci stavano tutte e nel prosieguo trovarono molte conferme.Né potei non parteciparle anch’io insieme a loro. Ma su quello ci stringemmo lamano e il resto andò avanti. Sarà non solo per la conoscenza di Giorgio Cerediche tanto basterebbe a ricordarne la personalità, ma l’intreccio di una fase,di una esperienza importante che più, più da vicino e meglio, me ne ha fattoconoscere statura e carattere
Che lo ricordo con affettuosa commozione ecome il pezzo non trascurabile della memoria della vicenda storica, culturale epolitica della nostra città