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   Politica Locale

venerdì 14 ottobre 2016

Quanto vale una vita?

di Guido Pedrelli

Negli ultimi tempi il dibattitosulla cardiochirurgia a Cesena si è particolarmente acceso per il decesso diuna paziente trasferita  a Forlì, a causadella chiusura del reparto al Bufalini dopo le ore 14.

La Costituzione italiana sancisceil "diritto alla salute" di tutti i cittadini e ne affida algoverno la tutela. Il Parlamento nel 1968 ha approvato la riforma Mariotti,ministro della sanità dell'epoca, istituendo il Servizio sanitario nazionale.Lo Stato si assume la responsabilità di assicurare a tutti i cittadini ildiritto alla salute mediante un forte sistema di garanzie.

La salute è come la libertà. Necomprendi l'importanza nel momento in cui la perdi. Nella situazione normalehai la sensazione che ti sia dovuta.

Personalmente non ho maipartecipato al dibattito sullo stato della sanità italiana e cesenate inparticolare.

L'Italia è un paese di dottori.Io non lo sono e non mi sento competente per discuterne.

Tuttavia, poiché nella dialetticaferragostana, si è scritto e detto molto sulla cardiologia di Cesena,  per ragioni personali, che di seguito esporrò, il mio disinteresse si èattenuato. Non è mia intenzione inserirmi in maniera partigiana in un dibattito politico, tuttavia se lamia testimonianza e il mio vissuto serviranno a qualcosa, per spirito diservizio, sono qui a laicamente manifestarli.

Il 10 dicembre del 2015 ho avutoun infarto al miocardio per l'occlusione di due coronarie. Succede.

(Si è detto che a Cesena nel 2015siamo stati 179). Alle 8,30, circa, del mattino di quell'infausto giorno misono recato, in auto(!), accompagnato da mia moglie al Pronto Soccorsodell'ospedale Bufalini per forti, sospetti, dolori... gastrici. Nell'arco dipochi minuti, forse secondi, sono stato aggredito da una muta di lupi che mihanno afferrato, spogliato, attaccato a fili e computer e dopo pochi minuti,forse secondi, mi hanno diagnosticato un infarto. La professionalità di tuttigli addetti, portantini, infermieri, tecnici, medici è stata al di là di ognilode umana. Il mio encomio l'ho espresso a suo tempo a tutta l'equipe e, qui,ora, lo riconfermo.

Il medico di turno, dopo avermiinformato che ero sotto attacco infartuale, mi ha comunicato che sarei statotrasferito immediatamente all'ospedale Morgagni di Forlì, non essendo la salaoperatoria di cardiologia agibile, sembra, per mancanza di medici. Erano,forse, le 9 del mattino. Non le 14.

Fortunatamente non ero grave.Dopo nemmeno mezz'ora, sopravvissuto alla guida da formula 1 dell'autista ealla lettiga priva di ammortizzatori, ero in sala di cardiochirurgiaall'ospedale di Forlì dove sono stato immediatamente operato e messo insicurezza.

Dopo tre notti sono rientratoall'UTIC (Unità terapia intensiva coronarica) di Cesena, dove sono statoassistito con professionalità e competenza.

Con questa premesse mi sianoconcesse alcune riflessioni e quesiti.

- La sala operatoria a Cesena eraindisponibile dopo le 9 del mattino, non dopo le 14. Come si dibatte. L'orarioè al centro dell'odierno dibattito  frale forze politiche.

- L'UTIC di Forlì è meglioattrezzato di quello di Cesena. E' evidente che in quell'ospedale sono stateinvestite più risorse.

- Il reparto di Cardiologia diCesena, dove mi reco per  i controlliperiodici, mostra evidenti carenze: dal sistema informatico lento, a tutta lastruttura edilizia, dove chi è in attesa sulla lettiga,  non può non vedere macchie di umidità escrepolatura su muri e soffitti, pavimenti sbrecciati, corridoi angusti.Entrando, la prima impressione che si riceve è quelle ai scendere in unsotterraneo o in un magazzeno, non in una corsia d'ospedale. Tutto questo noninficia il servizio, svolto, con disagio, ma con grande competenza da medici digrande valore.

- Se esiste una cardiochirurgiapart-time, è evidente che, implicitamente, se ne ammette la necessità. Sidice,"al cuore non si comanda", quindi solo lui stabilisce quandoammalarsi. Non entro le ore 14 di ogni giorno. Mi chiedo e chiedo: perchèattivarla solo a Forlì per 24 ore e non anche a Cesena che ha un bacino d'utenzasuperiore e con più potenziali utenti?

- Nella recente conferenza stampai dirigenti dell'Ausl hanno affermato che il servizio è adeguato e con questaorganizzazione i costi della sanità vengono di molto abbattuti. Da un punto divista economico, nulla da eccepire. Ma una domanda pongo a quei validiamministratori e ai cittadini:

Quanto vale una vita?

La vita di una persona nondovrebbe  essere un elemento statistico.La statistica si fa su tutto, anche sui due polli di Trilussa, ma non sullavita umana.

Ammesso  che l'attuale sistema salvi il 99% deipazienti, ai parenti di quell'1% che non ce la fa, cosa  vai a raccontare? Che è vittima dellastatistica?


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